Camminava con lo sguardo fisso verso il marciapiede sinistro di una delle tante strade secondarie di quella città maleodorante, dove la storia lo aveva portato a fermarsi.Rumori quotidiani di auto in corsa che scorrevano veloci. Volti anonimi di gente che passava.Il mondo sembrava una scatola incolore, dove non ci sono neppure i fori per una boccata d'aria nuova.D'un tratto, alle sue spalle, una giovane dall'accento orientale lo urtò facendolo barcollare. Come ogni sera era ubriaco, stanco; e non aspettava che il momento per coricarsi nella stanza del Motel che aveva affittato per trenta euro a notte.< Mi scusi. Non l'ho fatto volutamente. Stavo osservando la vetrina del gioielliere proprio a lato >.Senza badare alle sue parole, Jonathan proseguì sino all'incrocio dove, sulla destra del palazzo che si scorgeva alto e decadente, si leggeva: affittacamere all'interno 72/bis. Girò e si dileguò nella nebbia.
lunedì 29 giugno 2015
Roberta Migliaccio copyright
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